L’essiccazione è una fase cruciale per ottenere una spezia di alta qualità. Vediamo quali sono i metodi di essiccazione, da quelli tradizionali a quelli in uso, con tutte le accortezze necessarie a salvaguardare al meglio l’aroma della spezia. Scoprirete poi come viene seccato anche il nostro zafferano brianzolo Vallescuria.
Lo zafferano si può essiccare in tantissimi modi ma bisogna fare attenzione perché questa fase è determinante al fine di ottenere una spezia di buona qualità. Vediamo quindi come essiccarlo al meglio.
Metodi per essiccare lo zafferano
Al sole. Tecnica in uso in paesi come Iran e Marocco, in Italia il clima non è adatto. Lo zafferano si raccoglie nel mese di novembre, per cui non è affatto scontato che si riesca ad essiccare al sole. Inoltre questa essiccazione danneggia notevolmente le qualità dello zafferano, per effetto della luce e del calore possono perdersi molte delle proprietà nutritive e organolettiche. Quindi sconsigliamo in ogni caso di seccare in questo modo la spezia.
Con la brace. Secondo la tradizione italiana, soprattutto degli zafferaneti di Sardegna (San Gavino Monreale) e Abruzzo (altopiano dei Navelli) lo zafferano si essicca col calore del fuoco, o meglio della brace. Come farlo è una conoscenza tramandata di padre in figlio. In Sardegna abbinata all’essicazione a brace si usa anche la tecnica tradizionale della feidatura: gli stimmi vengono maneggiati umettandoli con olio di oliva durante la mondatura, è un procedimento peculiare della produzione sarda, difficilissimo da effettuare correttamente. L’essiccazione in forno a legna o con il calore della brace è la tecnica più tradizionale ma è in uso ancora oggi e consente un ottimo risultato qualitativo. Si tratta di un sistema difficile da controllare per via delle temperature sempre variabili.
Al forno. Lo zafferano si può essiccare anche al forno, raggiungendo buoni livelli. In particolare un ottimo metodo è usare un forno ventilato. Gli stimmi vanno disposti su carta da forno, impostando una temperatura di 40-50 gradi. Occorre lasciare uno spiraglio di apertura per far uscire l’umidità. Nel giro di venti minuti o mezzora l’essiccazione è completata ma le tempistiche sono molto variabili, per questo è necessario controllare spesso e saper riconoscere al volo quando i pistilli sono pronti. Basta distrarsi pochi minuti e lo zafferano viene tostato, se non bruciato, compromettendone il sapore.
Con una fonte di calore. Se state coltivando zafferano sul balcone o nell’orto e avete pochi bulbi vi capiterà di produrre pochissimi fiori ogni giorno, in questo caso non val la pena accendere il forno. Si può essiccare lo zafferano con una qualsiasi fonte di calore (la stufa, il calorifero o persino una lampadina vecchio modello). Questo metodo è consigliato solo a chi produce poco zafferano.
Con l’essiccatore. L’essiccatore è un utilissimo dispositivo per seccare lo zafferano: le ventole di aria calda permettono di seccare i pistilli senza cuocerli. E’ un metodo abbastanza lento ma ottimale per preservare l’aroma. Esistono sul mercato diversi modelli di essiccatore, dai più semplici a quelli professionali. Riteniamo che l’essiccatore sia il miglior mezzo per ottenere una spezia di qualità alta, infatti noi essicchiamo con un essiccatore modello Biosec.
Quando si essicca lo zafferano
Se si vuole ottenere la migliore qualità e mantenere tutto il profumo dello zafferano il fiore va raccolto all’alba, prima che i fiori si schiudano, in questo modo i pistilli non verranno toccati dal sole. L’essiccazione deve avvenire il giorno stesso in cui il fiore viene colto, per questo conviene togliere i pistilli ed essiccarli appena finita la raccolta.
Quanto ci mette lo zafferano a seccarsi? Le tempistiche di essiccazione dipendono da svariati fattori (il metodo di essiccazione, l’umidità dell’ambiente e quella del fiore, la quantità di stimmi da seccare,…). Per questo è impossibile dare indicazioni valide su qual è il tempo corretto. La vera abilità è proprio nel riconoscere quando gli stimmi sono pronti, è un mestiere che si impara con l’esperienza.
Come capire quando gli stimmi sono secchi. Per capire quando l’essiccazione è al punto giusto si usano quattro dei cinque sensi: la vista per valutare colore e spessore degli stimmi, il tatto per sentire se sono fragili o flessibili, l’udito per riconoscere se gli stimmi “frusciano” sulla carta da forno, l’olfatto per sentirne il profumo. Il gusto invece lo riserviamo per dopo, quando la spezia è pronta e ci si cucina un bel risotto giallo.
La maturazione della spezia. Lo zafferano appena essiccato è troppo dolce e profumato di fiori, per fare un buon risotto giallo meglio attendere un mese, durante il quale svilupperà il potere amaricante, raggiungendo un aroma più bilanciato.
Come viene essiccato lo zafferano Vallescuria
Dopo aver sperimentato le varie tecniche abbiamo scelto di usare l’essiccatore. A nostro parere si tratta del sistema migliore per ottenere l’aroma più intenso. La temperatura controllata non cuoce mai la spezia, mantenendone le proprietà nutritive. Il processo è più lento rispetto a forno o alla brace, questo ci permette di individuare il momento giusto in cui gli stimmi sono ben secchi ma non fragili. Abbiamo scelto di usare un essiccatore orizzontale, che è più uniforme rispetto a quello con soffio verticale.
Molti ci chiedono quale essiccatore usiamo: vi riveliamo anche questo segreto professionale… Noi abbiamo scelto il Biosec di Tauro Essiccatori. Lo troviamo ottimo nella regolazione, nell’uniformità di essiccazione e nella facilità di pulizia. Noi controlliamo in maniera maniacale il processo e scegliamo il programma in base all’umidità della giornata.
Trovare il miglior sistema di essiccazione è diventata una vera e propria passione, potete assaggiarne i risultati.
Pure io coltivo lo zafferano ma a livello amatoriale ma trovo sempre delle difficoltà nella essiccazione.. Potete darmi dei suggerimenti.
A livello amatoriale consiglierei il forno ventilato, se si vuole investire qualche soldo l’acquisto di un essiccatore, come spiegato qui nell’articolo.
Buongiorno, ma indicativamente quali sono i tempi e le temperature da rispettare in una buona essiccazione ( con essiccatore) e con forno ventilato? potete darmi dei suggerimenti.
Purtroppo lo zafferano è troppo variabile per poter dare dei tempi. Consiglio di controllare ogni 5 minuti, dopo qualche tentativo ci si fa l’occhio.
Vi ringrazio dei suggerimenti ricevuti
.Spero che questo anno faro’ uno zafferano profumatissimo.A presto.
Ciao , che tipo’ di biosec utilizzate , con i cestelli in acciaio inox o con quelli in plastica ? E che tipo di programma utilizzate ?
Grazie
Ciao Lorenzo, usiamo quello in inox, più adatto a un lavoro professionale dal punto di vista igienico. Il programma che usiamo è variabile (a seconda dell’umidità della giornata), in genere col P3 si ottengono ottimi risultati sempre.